25 novembre: I panificatori di Pordenone portano in piazza il pane PocoSale

Una bella immagine del centro storico di Pordenone

Importante manifestazione dei panificatori della provincia di Pordenone che rappresentano l’Unione Regionale nell’ambito della “settimana per l’educazione allo sviluppo sostenibile”  promossa dall’UNESCO . Nell’occasione, i panificatori proporranno ai consumatori l’assaggio del pane a ridotto contenuto di sale oggetto del protocollo di accordo con le direzioni regionali per la salute e per la formazione, l’ANCI e Federsanità ANCI della regione ed il patrocinio dei medici cardiologi.

I panificatori di Pordenone hanno predisposto per l’occasione, con il prezioso supporto dell’ASCOM provinciale, un bel DEPLIANT DA CONSEGNARE SU PANE , illustrativo sia delle finalità della manifestazione UNESCO sia del ruolo che il pane ha in un quadro complessivo di corretta alimentazione e prevenzione delle malattie cardiovascolari.

Una parte importante del depliant è dedicata infine ad illustrare in modo estremamente chiaro le finalità dell’iniziativa VEROPANEFRESCO promossa dall’Unione Regionale  Panificatori e nel cui ambito si realizza il progetto PocoSale che ha il suo primo momento pubblico proprio nella bella manifestazione pordenonese.

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Apprendistato e mestieri a vocazione artigianale: programma AMVA del Ministero del Lavoro

E’ stato pubblicato nella sezione dedicata del sito di Italia Lavoro il II Avviso rivolto alle imprese per l’avvio di nuove Botteghe di Mestiere e per offrire ai giovani la possibilità di fare un’esperienza diretta nelle’ imprese dell’artigianato.

Giovani fornai piemontesi

L’iniziativa, come già avvenuto nel I Avviso Pubblico del 3 aprile 2012 ha per oggetto l’individuazione di un modello di Bottega di Mestiere, rappresentato da un’impresa o da un aggregato di imprese, operante nei comparti produttivi propri della tradizione italiana, per agevolare la trasmissione di competenze specialistiche verso le nuove generazioni, promuovere il settore dei mestieri tradizionali, favorire il ricambio generazionale e stimolare lo sviluppo di reti su base locale, attraverso l’attivazione di percorsi sperimentali di tirocinio.
Le botteghe da selezionare in questa fase sono 72 e per ciascuna di esse sono previsti 2 cicli di tirocinio (per una durata complessiva di 12 mesi). A favore dei soggetti che attivano la Bottega di Mestiere, come per l’Avviso precedente, sarà riconosciuta un incentivo di 250 euro mensili per ogni tirocinante ospitato, mentre per i tirocinanti (di età inferiore a 29 anni) è prevista una borsa di tirocinio pari a 500 euro al mese per un massimo di 3.000 euro.
Le imprese che hanno già avviato una Bottega di Mestiere in seguito al I Avviso non possono ricandidarsi. Lo stesso vale per i tirocinanti che hanno già realizzato il percorso di tirocinio e per coloro che lo abbiano interrotto anticipatamente.
Le risorse previste per la realizzazione di questa nuova edizione sono pari a 6.480.000 euro.
Il termine per la presentazione delle domande di partecipazione delle imprese è fissato al 3 dicembre 2012, mentre i tirocinanti potranno presentare le domande secondo le finestre temporali che saranno rese note successivamente alla pubblicazione delle graduatorie delle Botteghe di Mestiere.
Questa iniziativa è realizzata nell’ambito del Programma AMVA – “Apprendistato e Mestieri a Vocazione Artigianale” ideato e attuato da Italia Lavoro, con il contributo dei Programmi Operativi Nazionali del Fondo Sociale Europeo 2007-2013 “Azioni di sistema” e “Governance e azioni di sistema”.

notizia pubblicata su http://www.dplmodena.it

credits foto: http://gentedipiemonte-torino.blogautore.repubblica.it
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Incentivi per le stabilizzazioni: domande e risposte

L’INPS ha pubblicato sul proprio sito una serie di domande e risposte relativamente alle modalità applicative degli incentivi per le stabilizzazioni dei lavoratori.

Come noto, gli incentivi in questione riguardano le seguenti possibilità :

incentivo DON-GIOV: incentivo per uomini under30 e donne (DM 05.10.2012 – circ. 122/2012)

incentivo 223: incentivo per lavoratori in mobilità

incentivo 407: incentivo per lavoratori disoccupati o in cigs da almeno 24 mesi

incentivo GIOV-GE: incentivo per giovani genitori (DM 19.11.2010 – circ. 115/2011)

Le pubblichiamo di seguito.

incentivi per le stabilizzazioni

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Pane con meno sale a Monza e in Brianza :sono più di 100 i panifici aderenti

Il sacchetto del pane a ridotto contenuto in sale utilizzato dai panificatori brianzoli.

103 panifici sui 180 attivi nella zona di Monza e della Brianza stanno mettendo in commercio del pane con una concentrazione di sale ridotta all’1,7% rispetto al consueto 2%.

Ne sono interessate le zone di Desio, Vimercate, Seregno e Seveso. L’iniziativa rientra nel quadro delle indicazioni anche comunitarie sulla necessità di ridurre il consumo del sale nell’alimentazione e recepite a livello nazionale nel quadro dell’iniziativa del Ministero della Salute “Guadagnare in Salute”

credits: http://www.ilcittadinomb.it
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Sul Lario il pane ha meno sale. «Fa bene e piace di più»

Ingrediente ridotto dal 2 all’1,7%

Il pane a basso contenuto in sale dei panificatori di Como

Asl e 45 produttori hanno aderito all’iniziativa che unisce gusto e salute.
È presente negli alimenti come ingrediente o come conservante e viene aggiunto regolarmente nella fase di preparazione dei cibi. Pochissimi grammi, in ciascun caso, che sommati arrivano però a una media di 15 grammi di sale al giorno, il triplo rispetto al reale fabbisogno dell’organismo, con gravi rischi per la salute. Un abuso contro il quale si schierano Asl e panificatori comaschi con la campagna “Con meno sale nel pane c’è più gusto? e guadagni in salute”.
Al progetto hanno già aderito 45 dei 162 produttori di p ane del territorio lariano. Chi partecipa (elenco completo disponibile sul sito www.asl.como.it) si impegna a ridurre la quantità di sale riferita alla farina dal 2 all’1,7%. Provare per credere, come assicura il presidente dei panificatori di Confcommercio Como Dario Bertarini: «Con meno sale non solo il pane è più salutare, ma è anche più gustoso e sapido».

«Una prima sperimentazione del progetto a Como ha permesso di verificare che ridurre il quantitativo di sale non fa calare le vendite – dice ancora Bertarini – Non abbiamo mai avuto lamentele della clientela, anzi. Ridurre dal 2 all’1,7% permette di mantenere la qualità del prodotto rendendolo più sano e trasmettendo un messaggio importante».
«La campagna ha un grande valore educativo – sottolinea il direttore sanitario dell’Asl Carlo Alberto Tersalvi – Vogliamo far capire che esistono strumenti, anche semplici, che permettono di migliorare la qualità della vita. Speriamo di veder incrementare il numero dei panificatori aderenti e anche di coinvolgere nell’iniziativa i servizi di ristorazione scolastica. L’obiettivo è estendere il messaggio anche ad altri produttori di cibo, compresa l’industria alimentare».
Il sale in eccesso obbliga l’organismo ad un superlavoro per eliminarlo, provoca un aumento della pressione arteriosa e favorisce l’insorgere di ipertensione, cardiopatie e ictus cerebrale.
«La quantità ideale quotidiana è di un solo grammo per i bambini e 5 per gli adulti – dice Marco Larghi, direttore del dipartimento di prevenzione medica dell’Asl – È fondamentale educare fin da piccoli a un consumo più responsabile. Basta ridurre il consumo di insaccati, evitare il sale in tavola e, nei condimenti, preferire gli aromi».

Anna Campaniello

tratto da : Corriere di Como .it
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Il Consiglio di Stato si pronuncia sul Regolamento per i ritardi di pagamento (art.62)

Palazzo Spada, sede del Consiglio di Stato

Che l’Articolo 62 del cosiddetto “Decreto Sviluppo” ( convertito nella Legge 27 del 24 marzo 2012, la cui entrata in vigore è stata fissata dal legislatore per il 24 ottobre) si possa  da considerare una semplice regolamentazione dei ritardi di pagamento può essere fuorviante e pericoloso soprattutto per quanta riguarda le sue modalità applicative.

Ai fini di una corretta comprensione di quali debbano considerarsi le motivazioni sostanziali che hanno portato all’emanazione dell’Art. 62 “Disciplina delle relazioni commerciali in materia di cessione di prodotti agricoli ed alimentari”  e, quindi , di una sua corretta applicazione, si rivela estremamente utile il parere espresso dal Consiglio di Stato in data 8 ottobre in merito al regolamento emanato dal MiPAF (Ministero Politiche Agricole e Forestali) di concerto con il Ministero dello Sviluppo Economico.

Il Consiglio di Stato, infatti, ancor prima di esprimere un parere sul regolamento stesso, sottolinea come “lo scopo della nuova normativa è quello di garantire maggiore trasparenza nei rapporti tra i diversi operatori della filiera agroalimentare attraverso l’eliminazione di ingiustificato squilibrio contrattuale tra le parti” In altri termini, e ricordato come l’art. 62 non si occupi solo e soltanto di ritardi di pagamento ma soprattutto di pratiche commerciali sleali, ciò che si vuol far notare è che la norma interviene a difesa della parte contrattualmente più debole per evitare che una posizione dominante nei rapporti commerciali (ad esempio grande distribuzione – piccolo fornaio artigiano) porti alla fissazione di condizioni inique motivate soltanto da un rapporto di forza commerciale sbilanciato.

A conferma di questo importante principio il Consiglio di Stato (per brevità d’ora in avanti lo indicheremo con CdS) ritiene che potrebbe essere utile richiamare nelle premesse le disposizioni vigenti in materia di concorrenza ed in particolare le ipotesi di abuso di dipendenza economica. Non solo, ma al punto 8 il CdS consiglia al MInistero di esplicitare l’ambito di applicazione in modo più preciso relativamente alle relazione economiche tra gli operatori di una filiera.

E proprio a garantire ulteriormente il fatto che non possano sussistere condizioni unilaterali e parti contraenti non sufficientemente responsabilizzate (pensiamo al fornitore che non dichiara correttamente le condizioni di cessione dei propri prodotti, il CdS precisa che il contratto, (già obbligatoriamente previsto in forma scritta dal comma 2 dell’art. 3 del Regolamento), non può essere privo della sottoscrizione essendo la stessa “il presupposto necessario per collegare la manifestazione di volontà da parte di chi lo scrive” Uniche eccezioni a questa regola potrebbero essere rappresentate “dalla presenza di elementi certi ed idonei a dimostrare la provenienza del documento, quali la PEC o la firma elettronica digitale”.

Il CdS interviene anche sull’individuazione delle pratiche commerciali sleali, richiamando il fatto che la fattispecie indicata come “prezzi palesemente al di sotto dei costi di produzione dei prodotti “ dovrebbe essere meglio precisata considerando come vada messa in relazione con la libertà dei singoli operatori di fissare il prezzo di vendita indipendentemente dal costo sostenuto per la produzione. A tale proposito, continua il CdS,” potrebbe essere preferibile un rinvio al concetto di costo di produzione medio, come rilevato da fonti oggettive ed imparziali “ Sempre a tale proposito, il CdS si pone anche il problema come tale previsione , “anziché tuelare la concorrenza, possa determinare effetti discorsivi del mercato premiando irragionevolmente le imprese inefficienti che hanno elevati costi di produzione e penalizzando quelle virtuose che li avrebbero abbassato inutilmente “ penalizzando in definitiva il consumatore finale.  A questo proposito invece, a nostro, modesto avviso dovremmo richiamarci proprio a quanto detto all’inizio e cioè alla “ratio legis” sulla necessità di tutelare la parte contrattuale più debole qualora vi sia un evidente sbilanciamento di forze: potrebbe infatti essere relativamente semplice pretendere da parte, ad esempio, della GDO, che un fornitore ceda sottocosto uno o più dei suoi prodotti facendo leva sul rapporto commerciale complessivo e condizionando a tale cessione la continuazione del rapporto stesso.  Tale ipotesi viene in parte considerata dal  CdS ai punti 19 e 20 del parere dove prende in esame, ed in modo piuttosto critico, il fatto che la “illiceità di una pratica commerciale sleale dovrebbe derivare automaticamente dalla diffusione della pratica stessa…e non sarebbe necessario dimostrate che la parte abusi del proprio potere di mercato o negoziale per ottenere un vantaggio economico non giustificato e ingiustificatamente gravoso”  Secondo il CdS, in tal modo si  fa “gravare sull’operatore economico autore della pratica contestata l’onere di discolparsi”  che non ritiene si tratti di una previsione razionalmente giustificata e comunque di difficile applicazione pratica.

Al punto 22 il parere del CdS esamina l’articolo 5 del regolamento, relativo ai termini di pagamento e  alle modalità di fatturazione. Viene condivisa l’impostazione dello schema regolamentare, ed in particolare il collegamento dei termini di pagamento al momento di trasmissione della fattura.  Il parere però, al punto 23, sottolinea come sia “opportuno chiarire l’esatto significato della previsione” secondo la quale “in mancanza di certezza circa la data di ricevimento della fattura questa si assuma ricevuta nella stessa data di consegna dei prodotti (regolamento art. 5 comma 4)”.Secondo il CdS questa previsione potrebbe essere valida soltanto quale” presunzione semplice, che potrebbe essere superata dalla prova contraria

Dal punto 25 in poi il parere si occupa invece della disciplina relativa agli interessi di mora (art. 6 del Regolamento) rilevando come la norma non qualifichi precisamente come “moratori” gli interessi dovuti dopo il termine anche se “dal contesto complessivo ..è possibile evincere che il presupposto applicativo sia costituito dal ritardo… e dall’automatismo dell’obbligazione a pagare gli interessi, indipendentemente dalla costituzione in mora”  affinchè però insorga tale obbligazione il comma 1 introduce due condizioni: che a) “il creditore abbia adempiuto agli obblighi contrattuali e di legge”e b)” che il creditore non abbia ricevuto nei termini l’importo dovuto” Secondo il CdS, così come formulate, tali previsioni potrebbero configurare l’obbligo da parte del creditore di provare che la colpa sia del debitore. Il CdS invece fa notare come , “secondo le regole generali, spetta al debitore l’onere di provare l’esistenza di fatti che possano giustificare l’inesecuzione della prestazione” con ciò facendo automaticamente sorgere l’applicabilità degli interessi di mora salvo prova contraria fornita dal debitore stesso.

Nei punti successivi il CdS rileva come il Regolamento  risulti parzialmente scoordinato nel comma 3 dell’art. 6 Regolamento rispetto al comma 3 del’art. 62,: infatti, mentre il testo legislativo prevede l’automaticità della decorrenza degli interessi dal giorno successivo alla scadenza del termine con un saggio di interessi maggiorato di due punti ed inderogabile, il Regolamento parla di “tasso concordato tra imprese purchè non risulti iniquo per il creditore”. Il CdS fa notare come invece la norma (art.62) non lasci alcun spazio a tassi diversi seppure concordati trale imprese. Pertanto, sempre secondo ilCdS, il “saggio degli interessi” andrebbe determinato inderogabilmente sulla base del tasso di riferimento maggiorato di due punti”.

Il CdS ritiene anche che vada meglio chiarita la previsione secondo la quale (comma 5) “ è in ogni caso vietato trattenere l’intero importo di una fattura a fronte di contestazioni solo parziali relative alla fornitura oggetto della contestazione

Complessivamente, pur con le osservazioni che abbiamo richiamato Il Consiglio di Stato esprime parere favorevole al Regolamento anche rispetto alla data e alle modalità di entrata in vigore dello stesso.

Va infine osservato come le osservazioni del Consiglio di Stato non vanno interpretate come automatiche o obbligatorie modifiche del Regolamento in esame: spetterà invece al MiPAF, di concerto con il Ministero dello Sviluppo Economico, recepire le indicazioni ed eventualmente decidere come adeguare il Regolamento stesso.

Pubblichiamo di seguito il parere del Consiglio di Stato.

Parere del Consiglio di Stato sul Regolamento art. 62

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Contributi per le assunzioni e per l’ occupazione di donne e giovani

Riceviamo e pubblichiamo la circolare ricevuta dal Centro Servizi dall’Associazione Panificatori di Trieste.

NOVITA’ IN MATERIA DI RIFORMA DEL LAVORO

In seguito alla riforma del mercato del lavoro, di seguito elenchiamo le principali novità:

E’ stato istituito in Fondo per il finanziamento di interventi a favore dell’incremento dell’occupazione femminile (qualsiasi età) e giovanile (uomini fino a trent’anni non compiuti).

CONTRIBUTO ASSUNZIONI:

1)      € 12.000,00: in caso di trasformazione di un contratto a tempo determinato in contratto a tempo indeterminato, o per ogni stabilizzazione di rapporti di lavoro diversi da quello dipendente (es. contratti a progetto) in contratti a tempo indeterminato;

2)      Da € 3.000,00: per contratti stipulati a tempo determinato di durata non inferiore a 12 mesi;

€ 4.000,00: per contratti stipulati a tempo determinato di durata non inferiore a 18 mesi;

€ 6.000,00: per contratti stipulati a tempo determinato di durata non inferiore a 24 mesi;

Si sottolinea che in tali casi si deve realizzare un incremento della base occupazionale rispetto alla media dei dipendenti dei dodici mesi precedenti.

credits foto:  www.artestampaweb.it
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I panificatori della regione uniti guardano avanti

Nonostante il difficile momento economico, i panificatori del Friuli Venezia Giulia rifiutano di darsi per vinti e, anzi,  rispondono con proposte e iniziative che riportino il pane e il lavoro dei fornai al centro delle economie locali.

Nel corso del primo convegno organizzato dalla nostra Unione Regionale, infatti, oltre ad un’ampia ed approfondita disamina da parte dell’avvocato della Federazione Italiana Panificatori Luca Mazzeo delle nuove norme in vigore dal 24 ottobre (salvo sempre possibili ma ad oggi non prevedibili rinvii dell’ultimo momento) sull’obbligo di rispettare i termini di pagamento (rispettivamente 30 o 60 giorni) per i prodotti agroalimentari anche alla luce del recentissimo parere espresso dal Consiglio di Stato, sono state illustrate le altre iniziative avviate dall’Unione Regionale tendenti a riqualificare l’attività di panificazione e riavvicinare la gente ai nostri forni.

Pierpaolo Faronato, Usl 9 e Maurizio Porato, presidente panificatori, durante la presentazione a Treviso del progetto pane mezzo sale

Particolare attenzione è stata prestata dagli intervenuti al protocollo di accordo stipulato con gli assessorati alla salute e formazione/lavoro per la produzione di pane a ridotto contenuto di sale: significativa in tal senso la presenza dei rappresentanti dell’Associazione panificatori di Treviso, guidati da Maurizio Porato, che da tempo hanno avviato in collaborazione con l’ASL locale e con successo la promozione di pane a ridotto contenuto di sale.

E’ stato sottolineato come tale progetto riporti i forni al centro dell’attenzione dei consumatori che possono individuare nei panifici artigiani i punti di riferimento per corretti stili di vita nutrizionali.  A breve l’Unione Regionale darà ulteriori indicazioni per avviare in modo effettivo quella che nelle intenzioni  della Sanità regionale dovrebbe divenire un’azione estremamente importante nella prevenzione e salvaguardia della salute pubblica, a cominciare dai bambini ed adolescenti come dimostrano i più recenti studi internazionali ( vedi anche http://veropanefresco.org/?p=126 )

LaREA, Centro regionale di ARPA FVG che coordina le iniziative di sostenibilità ambientale e alimentare

Presentata anche l’adesione dell’Unione Regionale alla settimana UNESCO che si terrà dal 19 al 25 novembre sul tema  MADRE TERRA: ALIMENTAZIONE, AGRICOLTURA ED ECOSISTEMA. L’Unione Regionale vi prenderà parte con uno stand allestito a Pordenone il 25 di novembre nel quale verranno proposti assaggi di pane a basso contenuto di sale.

Sono tutti  progetti sui quali l’Unione sta lavorando da tempo con impegno e che rientrano  a pieno titolo nella nuova iniziativa presentata ufficialmente proprio in occasione di questo convegno : VeroPaneFresco, al quale l’Unione Regionale ha voluto dedicare un apposito sito web ( www.veropanefresco.org ) .  Si tratta di un’iniziativa di azione locale rivolta ed aperta non solo ai panificatori, ma anche a cittadini, enti ed associazioni che ritengono necessario riecreare nell’ambito del proprio territorio di appartenenza quei rapporti e legami che da sempre hanno caratterizzato la vita e l’economia delle comunità locali.

Non a caso il logo di VeroPaneFresco non rappresenta del pane o un fornaio, ma una comunità fatta di case a misura d’uomo, il campanile, il verde degli alberi e una spiga nella casetta centrale a significare come il lavoro del fornaio possa e debba essere al centro della vita delle comunità locali.

Una sintesi anche grafica della presentazione dell’iniziativa che ha riscosso grande interesse da parte dei molti panificatori presenti e provenienti da tutta la Regione sul sito www.veropanefresco.org

come sempre, per maggiori informazioni inviare una mail a info@panificatori.fvg.it

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CONVEGNO REGIONALE INFORMATIVO DEI PANIFICATORI del FRIULI VENEZIA GIULIA

CENTRO CONGRESSI STAZIONE MARITTIMA di Trieste

Associazioni Panificatori di Gorizia, Pordenone, Udine e Trieste

COMUNICAZIONE IMPORTANTE

Dal 24 ottobre entra in vigore l’obbligo di pagamento dei prodotti alimentari entro i termini massimi di 30 (prodotti deteriorabili) e 60 giorni nonché l’ obbligo di formalizzare i contratti di fornitura.
Data la complessità e delicatezza dell’argomento

L’Unione Regionale Panificatori

del Friuli Venezia Giulia

organizza per

MERCOLEDI’ 17 OTTOBRE ORE 16

presso il

Centro Congressi Stazione Marittima

sala OCEANIA

Molo Bersaglieri, 3 – Trieste

Un incontro aperto a tutti i panificatori della Regione sulla modalità applicative, gli obblighi e sanzioni connesse.
Parteciperà all’incontro il consulente legale della

Federazione Italiana Panificatori

avv. Luca MAZZEO

Inoltre, in occasione dell’incontro verranno anche illustrate le altre iniziative promosse dall’Unione Regionale Panificatori del Friuli Venezia Giulia

ed in particolare:

  • Protocollo sottoscritto con la Regione per la produzione di pane a basso contenuto di sale (Iniziativa Nazionale Guadagnare in Salute)
  • Iniziativa regionale di rilancio e promozione locale VeroPaneFresco
  • Partecipazione dell’Unione Regionale alla settimana UNESCO dedicata all’alimentazione: manifestazione unitaria di Pordenone.
  • Per ulteriori informazioni rivolgiti alla tua Associazione Provinciale o

    scrivi a info@panificatori.fvg.it

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    Ora anche i cani possono entrare nei negozi.

    La Regione Friuli Venezia Giulia ha approvato alla fine di settembre le “Nuove norme di tutela degli animali da affezione” .

    La normativa in questione all’art. 20 di fatto non soltanto elimina ogni divieto di ingresso di animali negli spazi pubblici e nelle aree commerciali ma prevede che il titolare dell’attività, qualora voglia vietarlo, possa farlo ma dandone preventiva comunicazione al Comune di appartenenza.

    Ecco il testo integrale dell’articolo di legge in questione:
    Art. 20 (Accesso negli esercizi pubblici, commerciali e nei locali e uffici aperti al pubblico)

    1. I cani, accompagnati dal detentore, hanno accesso a tutti gli esercizi pubblici e commerciali, nonché ai locali e uffici aperti al pubblico presenti sul territorio regionale.

    2. I detentori che conducono i cani negli esercizi, locali e uffici di cui al comma 1,  sono tenuti a usare sia guinzaglio che museruola, qualora prevista dalla normativa statale, a vendo cura che i cani non sporchino e non creino disturbo o danno alcuno.

    3. Il regolamento di cui all’articolo 36 definisce le misure generali di sicurezza e le forme di promozione dell’accessibilità.

    4. Il responsabile degli esercizi pubblici e commerciali, nonché dei locali e degli uffici aperti al pubblico può adottare misure limitative all’accesso, previa comunicazione al sindaco.

    La norma, però, sarà completa solo dopo l’emanazione (prevista entro tre mesi) del regolamento applicativo richiamato dall’art. 36 che dovrà definire le misure generali di sicurezza.

    Rimane quindi l’incertezza dei tempi reali di applicazione della norma  che formalmente è in vigore ma che ad oggi potrebbe non essere applicabile non essendovi il regolamento che potrebbe, ad esempio, prevedere particolari misure per cani di grossa taglia o comunque potenzialmente pericolosi.  Inoltre sarà necessario verificare in quali casi la normativa statale richiamata al comma 2, prevede guinzaglio e museruola . A meno di innovazioni normative ldovrebbe fare testo l’ordinanza del 3 marzo 2009 del Ministero del Lavoro “Ordinanza contingibile ed urgente concernente la tutela dell’incolumita’ pubblica dall’aggressione dei cani” che all’art. 1 comma 3 prevede specificatamente:

    Ai fini della prevenzione dei danni o lesioni a persone, animali o  cose  il proprietario e il detentore di un cane devono adottare le seguenti misure:

    a)  utilizzare  sempre il guinzaglio ad una misura non superiore a mt  1,50  durante  la conduzione dell’animale nelle aree urbane e nei luoghi  aperti  al pubblico, fatte salve le aree per cani individuate dai comuni;

    b)  portare  con se’ una museruola, rigida o morbida, da applicare al  cane  in caso di rischio per l’incolumita’ di persone o animali o su richiesta delle Autorita’ competenti;

    Certo che se ora dobbiamo preoccuparci anche di misurare la lunghezza dei guinzagli dei cani stiamo proprio freschi…

    Certo non si potrà più dire che nel forno non entra neanche un cane...

    Per intanto, il blog http://larrestodelcarlino.myblog.it ha pubblicato la notizia dell’apertura in Germania, e più precisamente a Wiesbaden, di un panificio per cani : le foto di questo articolo sono proprio tratte da quel sito.

    Il negozio, che si chiama Dog’s Goodies, si trova nella città di Wiesbaden e sta ricuotendo un successo strepitoso.

    La proprietaria si chiama Janine Saraniti-Lagerin è un’ex fioraria che ha deciso di trasformarsi in chef per cani

    I cani che entrano in panificio sono accolti con un assaggio gratuito di benvenuto e i padroni vengono da lontano per comprare torte e biscotti.  Non solo, ma i turisti passano per il negozio prima di andare all’aereoporto.

    A nostro modesto avviso dire che siamo fuori di testa è dire poco.

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